Congresso sezione SIMFER ambulatoriale e riabilitazione infantile

La riabilitazione robotica rappresenta una delle frontiere più promettenti nella gestione riabilitativa della Paralisi Cerebrale Infantile (PCI). La presa in carico riabilitativa mira a migliorare la qualità della vita dei pazienti, e negli ultimi anni la robotica ha assunto un ruolo centrale in questo processo. A che punto siamo oggi?  I dispositivi robotici utilizzati nella riabilitazione della PCI sono progettati per fornire supporto, controllo e feedback durante gli esercizi motori. Tra i sistemi più utilizzati troviamo: esoscheletri, robot per il cammino come il Lokomat, bracci robotici, utili per migliorare la motricità fine e la funzionalità degli arti superiori, in grado di guidare movimenti precisi. I vantaggi della riabilitazione robotica  sono da ricercare in una maggiore “ripetibilità degli esercizi” in quanto i dispositivi robotici permettono la ripetizione del gesto motorio in modo preciso e controllato, aspetto cruciale per la neuroplasticità e il recupero motorio, l’uso di “feedback in tempo reale” per il paziente, stimolando un apprendimento motorio più efficace, la “personalizzazione” adattando il trattamento alle specifiche necessità motorie di ciascun paziente, modulando l’intensità e il tipo di assistenza , migliorare la “motivazione ed il coinvolgimento”,  grazie all’integrazione di giochi e attività interattive, soprattutto in contesti pediatrici. I costi elevati ne limitano ancora l’accesso. Inoltre, la terapia robotica non può essere pensata in sostituzione della terapia tradizionale perché non tutti i bambini con PCI rispondono alla stessa maniera al trattamento ed è fondamentale preservare integre l’accoglienza e la presa in carico propria della medicina narrativa non solo del bambino ma anche della famiglia. E’, dunque necessaria la presenza di una equipe riabilitativa multidisciplinare ed interdisciplinare, con una costante interazione tra il medico fisiatra referente del PRI, il bioingegnere, il neurologo ed il pediatra, e della presenza di un fisioterapista esperto per monitorare ed adattare la terapia. In futuro, l’integrazione con l’intelligenza artificiale (IA) potrà aiutarci a sviluppare dispositivi che utilizzano algoritmi di apprendimento automatico per adattare le sessioni riabilitative in modo dinamico alle esigenze del paziente.

In questo contesto, il progetto PRIN AID2GAIT (CUP: D53D23021770001), che costituisce il tema pulsante del congresso, del quale l’Università G. D’Annunzio di Chieti è capofila insieme all’Università dell’Aquila e all’Università Vanvitelli di Napoli, mira a sviluppare un sistema di biofeedback personalizzato con l’obiettivo di migliorare i risultati del Robotic Assisted Gait Training (RAGT) in pazienti pediatrici con PCI. Il sistema si basa sul monitoraggio dello stato psicofisico dei bambini e contemporaneamente sul monitoraggio dell’attività cinematica dell’esoscheletro. Le informazioni sono valutate in tempo reale e costituiranno i dati di input per un modello basato sull’apprendimento automatico in grado di classificare il livello di coinvolgimento dei pazienti basato su algoritmi di IA. In base all’output del modello, il fisioterapista, che assiste il bambino durante le sedute di RAGT, potrà intervenire e modificare i parametri dell’esoscheletro.

Sebbene ci siano ancora sfide da superare, come l’alto costo e la variabilità delle risposte terapeutiche, i progressi tecnologici della riabilitazione robot-assistita in questo campo sono molto promettenti. Il congresso si pone quindi l’obiettivo di mettere a confronto professionalità diverse al fine di tracciare le possibili future prospettive per migliorare la presa in carico dei pazienti con PCI ed ottimizzare l’interazione tra paziente e tecnologia riabilitativa robotica.

Vi aspettiamo numerosi a Chieti!

Prof.ssa Teresa Paolucci e Prof.ssa Daniela Cardone